AGENZIA
2000 RAGGUAGLI
SETTIMANALI DALLA PERIFERIA DELL'IMPERO
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Agenzia fax a cura dell'ass. OLTRE L'OCCIDENTE
N.°1-V del 01-16-2000 IMMIGRAZIONE
E DETENZIONE In
Italia cresce la mobilitazione contro i campi di detenzione riservati
agli immigrati in attesa di permesso di soggiorno, veri e propri lager
previsti dalla attuale legislazione dove si manifesta la vera natura
della cultura occidentale , inospitale e quanto mai impegnata nella
difesa delle proprie ricchezze conseguite a scapito della povertà dei
più. A tal proposito il 29 p.v. ci saranno manifestazioni
a Milano, dove si chiederà la chiusura del lager di via Corelli
e a Firenze per impedire l'allargarsi
della cultura della detenzione, dell'allontanamento del problema,
della difesa a tutti i costi delle ricchezze custodite dai padroni del
mondo. A
Frosinone per fortuna non abbiamo nessun lager ma di acrimonia nei
confronti degli immigrati non ne manca, anche grazie ai mezzi di (dis)informazione. Nel
territorio di Frosinone esiste da anni un piccolo campo nomadi
con non più di 30 persone proveneienti dalla ex-Jugoslavia e più
precisamente dalla Macedonia. Queste persone sono presenti dal 1987 in
Italia e dal 1993 a Frosinone.
La maggior parte dei bambini che sono nel campo sono nati in
Italia e da anni vanno a scuola a Frosinone. Gli adulti hanno e hanno
avuto regolari permessi di soggiorno e se ne sono privi è perché sono
in attesa di regolarizzazione. La
ragione per cui alcune persone del
campo sono prive dei necessari documenti non attiene solo alle grandi
restrizioni legislative del nostro paese, ma anche alla difficile
situazione in cui si trovano i cittadini della ex-Jugoslavia che spesso
hanno perso ogni cittadinanza con la nascita delle nuove repubbliche (e
la Macedonia è una di queste). Sorvolando
sui pesanti problemi odierni che attanagliano i paesi di origine di
questi cittadini (ricordiamo che anche l'Italia si è resa responsabile
di una guerra nei confronti delle popolazioni civili), vorremmo
richiamare l'attenzione di quei giornalisti i quali, nei
quotidiani locali del 30 dicembre scorso, hanno pensato di fare
un vero e proprio "scoop" accollando a questa piccola comunità
la responsabilità di illegalità varie di cui si sarebbe macchiata. Le
certezze di furti, espulsioni, autovetture senza documenti ecc.,
sbandierate nei titoli, erano poi sostenute dai famosi "forse"
nelle cronache. All'esame dei fatti le responsabilità in merito alle
presunte illegalità risultano essere inesistenti o, come per i
documenti non regolari, molto più complesse di quanto i giornalisti
scrivano. Di
queste "notizie" improvvisate e prive di ogni riscontro la
nostra stampa locale
abbonda e non solo nei confronti dell'immigrazione. Del resto si vuol
vendere (come pura merce) l'informazione e dare addosso agli
"zingari" funziona sempre. In
merito alla vicenda del campo nomadi, invece, sottolineamo come la vera
notizia sia che il Comune finalmente è intervenuto, anche grazie al
continuo lavoro di sensibilizzazione del Consultorio multietnico della
ASL, per offrire alcuni servizi primari a queste persone che da anni
vivono prive di tutto. Servizi igienici, energia elettrica e acqua
potabile saranno messi a disposizione di queste persone a breve (i
lavori sono iniziati la settimana scorsa). Certo
la situazione del campo rimane pesante. Queste persone vivono nelle
roulotte ed in improvvisate verande esterne con pareti che nel migliore
dei casi sono composte da pannelli di plastica (se non di incerata),
appoggiate sull'asfalto. Speriamo
che l'ansia di modernità che ci domina e la falsa morale dei suoi
strumenti di propaganda trovino sempre resistenza, e la trovino sempre
più tra le macerie di chi è tenuto ai margini. RAGGUAGLI
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Agenzia fax a cura dell'ass. OLTRE L'OCCIDENTE
N.°2-V del 23-01-2000 OLTRE
L'OCCIDENTE ADERISCE
SABATO
29 GENNAIO ALLA MANIFESTAZIONE
NAZIONALE CONTRO I CENTRI DI DETENZIONE PER IMMIGRATI Milano,
Firenze e Trapani. In queste tre città ci saranno altrettante
manifestazioni per la chiusura dei centri di detenzione temporanei per
gli immigrati. Le tre iniziative non hanno carattere locale ma
nazionale. La
situazione del centro di Trapani è una delle più inquietanti non solo
perché nel centro Serraino Vulpitta sono morte 5 persone, ma per il
crocevia rappresentato da quella città. Ma
le manifestazioni di Firenze e Milano saranno quelle partecipate per
ragioni logistiche. APPELLO
PER UNA ASSEMBLEA UNITARIA PER IL 30 GENNAIO A FIRENZESULL'IMMIGRAZIONE I
centri di detenzione amministrativa sono la tragica punta di un iceberg
di deprivazione e ghettizzazione civile, sociale e culturale degli
immigrati, dei rom e dei profughi, e di ulteriore arretramento della
cittadinanza. Si possono chiudere i lager solo se si aprono i muri dei
ghetti fisici e simbolici, e le mura alle frontiere. Per
questo occorre che una rete unitaria di esperienze e intelligenze incida
subito sulla legislazione e sugli atti del governo, sui diversi e
connessi terreni aperti: legalizzzione di tutti i
"clandestini", diritto costituzionale di asilo, apertura agli
ingressi legali, diritto di cittadinanza. Di
questo proponiamo che si parli domenica 30 gennaio a Firenze, in
un'assemblea nazionale unitaria e plurale che superi le differenze pure
legittime, e decida sulle prossime scadenze e forme di lotta. Chiediamo
a chi a chi il 29 gennaio manifesterà a Firenze, Milano, Trapani e
altrove, e anche a chi non manifesterà ma riconosce l'urgenza di una
svolta, che sulle differenze prevalgano comportamenti responsabili nei
confronti dei cittadini stranieri titolari dei diritti negati, e che si
possa far crescere la partecipazione, il 30 gennaio a Firenze, con tutta
la richezza e le differenze.
RAGGUAGLI
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Agenzia fax a cura dell'ass. OLTRE L'OCCIDENTE
N.°3-V del 30-01-2000 Martedì
1° febbraio alle ore 11:00 si inaugurerà la nuova sede
(provvisoria?) del Centro Diurno Psichiatrico "Orizzonti
aperti",
via Brighindi II piano, c/o il centro sociale integrato. PERCHé
IL CENTRO DIURNO E' FINITO A VIA BRIGHINDI? Il
Centro Diurno di Frosinone “Orizzonti aperti” da qualche anno
nell’ambito dei servizi offerti dalla Asl di Frosinone si sta
distinguendo, con la sua terapeucità, nel tener conto della duplice
realtà della malattia e della sua stigmatizzazione per poter
ricostruire gradualmente il volto del malato così come doveva essere
prima che la società, con i suoi numerosi atti di esclusione, e
l’istituto da lei inventato, agissero come una forza negativa. Con un
lavoro certosino e continuo gli operatori e i malati del Centro stanno
da qualche anno avviando quei rapporti di rete necessari a ricondurre la
salute mentale nella società e la società nella salute mentale:
collaborazioni più estensive con famiglie, con associazioni, con
imprese sociali. A
metà agosto
la ASL “avverte” il Centro Diurno che devono trasferirsi (entro la
fine del mese) temporaneamente presso lo stesso Centro di Ceccano al
fine di consentire i lavori di ristrutturazione dello stabile di via A.
Fabi: fino a quando però non è dato capire né si comprende quale sarà
la futura destinazione. Il
12 agosto
familiari e cittadini dimostrano platealmete la loro avversità a tale
provvedimento dopo un incontro tra l’associazione dei familiari
“Arcobaleno”, insieme a Oltre l’Occidente, pazienti e cittadini, e
il direttore amministrativo dell’A.S.L. Bracciale. In
pratica dalla riunione è chiaro che i dirigenti-tecnocrati della A.S.L.
si sottraggono così da quello che dovrebbe essere il loro obbligo
primario, ossia agire per il benessere dei pazienti, rimettendo il
raggiungimento delle opportune garanzie di benessere psico-fisico agli
stessi utenti dei servizi sanitari e ai loro familiari. Nel
frattempo il Comune di Frosinone offre alla ASL un
temporaneo trasferimento del Centro in via Brighindi nei locali
dell’attuale centro anziani di va Brighindi “Villa Rita”. Le
Associazioni dei familiari pur ribadendo però la propria perplessità
in relazione al trasferimento che non garantisce la continuità di un
servizio efficace con la necessità di non dar luogo al trasferimento in
nessuna altra struttura, anche temporaneamente, se prima non viene
garantita l’effettiva continuità del servizio a tempo indeterminato
all’interno di un chiaro e realistico progetto di trasferimento
definitivo del Centro Diurno, accettano con cautela, a seguito di in
incontro tenuto il 5 novembre
u.s. dei vari protagonisti della vicenda, convocati dal Comune di
Frosinone.le proposte di trasferimento della direzione della ASL che si
impegna che in futuro il CSM sarà ubicato nell’ex-dispensario di
viale Napoli non appena finiranno i lavori di ristrutturazione di parte
della struttura previsti per maggio ‘00. Voi ci credete? RAGGUAGLI
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Agenzia fax a cura dell'ass. OLTRE L'OCCIDENTE
N.°4-V del 7-02-2000 Il
centro diurno ORIZZONTI APERTI
e l'ass. OLTRE L'OCCIDENTE
continuano la RASSEGNA CINEMATOGRAFICA L'iniziativa
ha come obiettivo, ora, l'utilizzo di spazi cinematografici per
sviluppare nuove collaborazioni tra le realtà organizzate sul
territorio. L'obiettivo a lungo termine è creare un punto di
aggregazione sul territorio che sia un reale spazio di confronto tra
tutta la cittadinanza. Giovedì
10 febbraio ore 15:30 L'UOMO
CHE SUSSURRAVA AI CAVALLI di R.Redford Giovedì
17 febbraio ore 15:30 Le
parole che non ti ho detto di
L.Mandog Come
bisogna lasciare tutti i popoli alle proprie scelte di sviluppo, alla
propria autodeterminazione politica, culturale ed economica (certo
attenti alla visione globale del pianeta dove tutti viviamo), cosi'
sembra che noi, oggi, piu' che na- scondere la malattia psichiatrica o
di- pingerla come un fardello scomodo nel mondo della competizione di
chi e' utile risorsa, dobbiamo, quasi, difenderla, proporla come
elemento determinante, convincente per cercare di mettere un bastone tra
le ruote a questo treno del- la omogeneizzazione culturale mondiale. «Ogni
societa', le cui strutture siano ba- sate soltanto su una
discriminazione e- conomica, culturale e su un sistema competitivo, crea
in sé delle aree di compenso che servono come valvole di scarico
all'intero sistema. Il malato mentale ha assolto questo compito per
molto tempo, anche perche' era un "e- scluso" che non poteva
conoscere da sé i limiti della sua malattia e quindi ha creduto - come
la societa' e la psichia- tria gli hanno fatto credere -
che ogni suo atto di contestazione alla realta' in cui e'
costretto a vivere, sia un atto ma- lato, espressione della sindrome di
cui soffre». Con
queste parole gia' trenta anni fa Basaglia avvertiva il problema di
porre il disagio psichiatrico fuori dalla socie- ta', di non tener
presente il suo aggan- cio appunto sociale. Oggi
il dibattito, dopo la formale chiu- sura dei "manicomi", si
sta spostando, quasi inevitabilmente, sul problema dell'integrazione in
questo sistema sociale competitivo che fa dell'ideo- logia del lavoro il
suo asse portante. In quest'ottica le vie d'uscita piu' in voga che oggi
si propongono per la conqui- sta della liberta' sono per una riabili-
tazione fondata sul lavoro e non sull’ acquisizione di ruolo in una
comunita' cooperativistica-solidale come invece sarebbe giusto. «La
conquista della liberta' del malato, diceva Basaglia, deve
coincidere con la conquista della liberta' dell'intera comunita'». Vallo
a spiegare ai frusinati... Lunedì
7 febbraio Assemblea
pubblica dei COBAS-SCUOLA a Frosinone, c/o ITC "Da Vinci" ore
16:00 (via Piave) Si
estende e si rafforza la lotta contro l'ignobile concorso con il quale
Berlinguer vuole "elargire" sei milioni ad un 2% di docenti
scelti attraverso prove grottesche. Dall'avvilente lotteria è lampante
l'arbitrarietà totale. Legare la scelta dei "superdocenti" a
10 quiz è grottesco: e i cosiddetti titoli non dicono nulla sulle
capacità didattiche. Resta la "simmulazione" di una lezione,
una "sceneggiata" durante la quale il docente dovrebbe
accattivarsi la commissione diretta da presidi ed ispettori e con
colleghi-pensionati dei quali nessuno verificherà la capacità
giudicante. In
questo scontro tra i sostenitori della scuola azienda e chi non accetta
la frantumazione della categoria e riafferma il carattere collegiale ed
egualitario della funzione docente, le nostre assemblee hanno avuto una
partecipazione enorme, divenendo punto di riferimento cruciale per la
lotta e le iniziative nelle
scuole che a poco a poco hanno ribaltato la linea aziendalistica imposta
da presidi e "capetti". E questo ha provocato l'offensiva
coordinata tra i sindacati confederali e Berlinguer contro il diritto di
assemblea in orario di lavoro di cui dall'8 ottobre siamo stati
all'improvviso derubati, dopo che a gennaio le elezioni delle RSU erano
state annullate illegalmente sotto la pressione di CGIL-CISL-UIL e SNALS. Per
opporsi a tutto questo Giovedì
17 febbraio 2000 SCIOPERO
NAZIONALE DELLA SCUOLA E MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA (piazza della
Repubblica h.10.00) RAGGUAGLI
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N.°5-V del 13-02-2000 Appello
unitario per le manifestazioni del 400° anniversario del sacrificio di
giordano bruno processato
dal tribunale santa universale inquisizione per le libere idee di
filosofia arte e scienza da lui professate in italia e in europa
bruciato via sul rogo in campo de' fiori a roma il 17 febbraio 1600 per
ordine del santo uffizio nell'anno santo del giubileo regnando papa
clemente viii pontefice di santa romana chiesa. Campo
de' Fiori è una piazza in cui durante il potere temporale della Chiesa
il Papa-Re faceva uccidere gli eretici, uomini e donne che non si
piegavano all'Inquisizione e all'assolutismo ecclesiastico. Nel
1899 il cuore della Roma popolare vi eresse il monumento a Giordano
Bruno ricordandolo ogni anno con pubbliche manifestazioni , vietate solo
durante il ventennio fascista. Con
l'anno santo del 2000, la Chiesa si glorifica davanti al mondo,
santificando la sua missione e auoassovendosi dai misfatti commessi,
giungendo addirittura a beatificare l'ultimo papa-re, quel Pio IX che
represse nel sangue la Repubblica Romana del 1849 e che scomunicò le
prime leghe artigiane, operaie e contadine. Il
Giubileo del 2000 rappresenta per le casse vaticane l'ennesima prebenda
elargita dallo stato e gestita dal comitato d'affari costituito dalle
gerarchie cattoliche dal comune di Roma, dai governi Prodi e D'Alema i
5.000 miliardi regalati alla chiesa per i suoi trionfi autocelebrativi
sono serviti a ripulire le chiese , trasformare i conventi in alberghi,
per militarizzare Roma al fine di boicottare le proteste e le attività
sociali, sindacali, politiche e culturali, per nascondere vecchie e
nuove povertà, accanendosi contro gli sfratti e gli immigrati,
lasciando inalterata la desolazione della periferia urbana. La
sfarzosa liturgia del Giubieo 2000 sta dimostrando che questo evento non
è un percorso di penitenza e riconciliazione. I mea
culpa su alcuni dei crimini passati non hanno impedito la
reiterazione dei crimini moderni. Consapevoli
delle diverse sensibilità e specificità oggi esstenti nell'arcipelago
laico e libertario, abbiamo ritenuto opportuno articolare le
iniziative in tre giorni dal 17 al 19 febbraio p.v., con diverse
peculiarità per ciascuna delle giornate. Il
17 febbraio
sarà prevalente l'aspetto commemorativo da realizzarsi attraverso una
mobilitazione di massa a Campo de' Fiori, a prosecuzione di quella
tradizione laica e militante che per 400 anni ha tramandato
quell'esempio di coerenza e di coraggio a difesa del libero
pensierocontro l'oppressione e l'oscurantismo dei carnefici. Il
18 febbraio
si privilegerà l'aspetto analitico
con l'organizzazione di un dibattito e di spetttacolo al cinema
Farnese o in altra sede. Il
19 febbraio
ci sarà una grande mobilitazione sociale con appuntamento alle ore
16:00 sempre a Campo de' Fiori per una manifestazione internazionale in
cui si ricordi che nell'anno santo del 2000 la Chiesa è sempre la
stessa. Agli
eretici di sempre non interessano le liturgie istituzionali di
commemorazione di un martire della libertà, tanto più un celebrate di
istituzioni asservite agli interessi dei soliti potentati economici. Per
questa ragione non sono accetabili presenze e adesioni di politcanti. Rendiamo
onore alla figura di Giordano Bruno riconoscendone ed esaltandone
l'attualità. Comitato
di iniziativa Laica e Libertaria per
adesioni fax 06-77201444 RAGGUAGLI
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Agenzia fax a cura dell'ass. OLTRE L'OCCIDENTE
N.°6-V del 5-03-2000 Lettera
dell'Assemblea delle lavoratrici degli Asili Nido di Frosinone (riunita
il 2/3/2000) Il
personale educativo e ausiliario degli asili nido di Frosinone, alla
luce di quanto pubblicato su diversi quotidiani nei giorni scorsi, nei
quali era denunciata e sottolineata la mancanza di personale nei nidi,
piaga vecchia non ancora risolta, intende precisare quanto segue. Ci
sentiamo in dovere di informare la cittadinanza e le autorità
competenti, che la situazione reale nei servizi educativi comunali non
è solo quella evidenziata. La provincia di Frosinone è molto vasta,
anche il territorio comunale ne risente perché gli asili nido aperti
sono insufficienti a fornire un servizio all'utenza, tanto è vero che
ci sono lunghe liste di attesa e a volte è necessario un anno per poter
ottenere l'inserimento al nido. Questo
porta a pensare che la politica odierna è orientata alla
privatizzazione dei nidi, poiché in questo modo non si affronta col
dovuto interesse l'aspetto del costo reale del servizio (sorge il
dubbio, che non siano spesi o utilizzati con giudizio i finanziamenti
regionali e le rette dell'utenza), senza contare che affidare
all'esterno la gestione degli asili nido, oltre che antieconomico,
favorisce interessi che non corrispondono alla finalità del servizio
socio-educativo, che si pone ormai da anni in continuità con la scuola
dell'infanzia e le altre strutture pubbliche che dovrebbero operare sul
territorio. Le
bambine e i bambini, veri utenti del servizio, hanno una fascia di età
compresa tra i tre mesi e i tre anni, quindi non hanno la possibilità
di scegliere, facoltà e responsabilità che incombe invece sui vari
soggetti, politici, amministrativi, al personale, alle famiglie e
all'intera cittadinanza, che hanno l'onere di occuparsi al meglio di un
servizio basilare essenziale. In
questo quadro si inseriscono le problematiche del personale educativo e
ausiliario, con i tanti sacrifici e le loro lotte per vedersi
riconosciuti quei diritti applicati da oltre un decennio in tutto il
Paese. Sacrifici non ripagati, come mantenere un orario a contatto con
l'utenza di 39 ore e mezzo (9 ore e mezzo in più del CCNL) con corsi di
aggiornamento e formazione svolti spesso oltre l'orario di lavoro,
quando la formazione e l'aggiornamento è permanente e obbligatoria ad
opera dell'ente locale. Lotte per ottenere il rispetto e il
riconoscimento dei diritti dei bambini, per l'acquisto del materiale
ludico e ricreativo, per mantenere l'ambiente e i locali dei nidi in
condizioni decenti, per veder riconosciuto un corretto inquadramento
contrattuale e una professionalità maturata sul campo. A
questa situazione si aggiunge la vicenda dei LPU, impegati come
educatrici o inservienti nei nidi comunali sui posti carenti di
organico, che richiedono una giusta soluzione occupazionale e anche loro
sono scesi sul terreno della mobilitazione. Le
nostre iniziative hanno permesso, con l'impegno costante di tutto il
personale educativo comunale, di cambiare faccia e ruolo all'attività
del nido, da pura "assistenza" a servizio socio-educativo, con
un lavoro collegiale del personale preposto e una programmazione che
hanno migliorato di molto il servizio, attività e funzione che molti
genitori, negi anni, hanno avuto modo di conoscere e di apprezzare,
certamente di più dell'Amministrazione Comunale. Il
personale operante negli asili nido rivendica l'applicazione corretta
dei CCNL del comparto regioni - autonomie - enti locali, ne richiede il
rispetto in quanto contratti applicati e applicabili al Comune di
Frosinone,
ormai dal 1994 senza alcun bisogno di atti di recepimento da parte
dell'Amministrazione, per tutto il personale del servizio
socio-educativo asili nido. Si
ribadisce infine che le forme di lotta fin qui attuate non intendo
creare difficoltà agli utenti e alle famiglie, ma sono quelle che
evidenziano lo stato di disagio del personale e mettono in luce che non
è riconosciuto il giusto ruolo professionale e contrattuale di chi da
molti anni, lavora in un settore così delicato e importante dei servizi
pubblici essenziali della città di Frosinone.
RAGGUAGLI
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Agenzia fax a cura dell'ass. OLTRE L'OCCIDENTE
N.°7-V del 9-4-2000 DICHIARAZIONE
DI VOTO:
IN ORDINE SPARSO L'imbarazzo
prende chiunque, nei periodi elettorali, da qualche anno a questa parte.
Per la sinistra, dopo anni in cui si arretra ogni giorno un po' di più,
il momento elettorale è sentito ancora, a livello diffuso, ma in
maniera informe, come importante. Dunque appare sempre di più come una
potenzialità incapace di esprimersi. Stiamo diventando, come tutti, idealisti:
il materialista pensa che sia
necessario cambiare la vita, le sue condizioni materiali, perché solo
in questo modo le idee, i pensieri degli uomini, saranno liberi. Oggi a
molti sembra di non poter più cambiare la vita, come voleva il
movimento operaio. Ad adeguarsi saranno le idee, in un modo che sia meno
contraddittorio rispetto alla vita cui si è costretti: cambiamo i
nostri bisogni in modo che essi si adeguino ad una realtà sempre
peggiore. Noi
continuiamo a voler cambiare la vita. E sono anni che la difficoltà di
adeguarci, nel momento elettorale, si fa sempre più grande. Proviamo
a seguire l'idealismo di
D'Alema: siamo un Paese normale,
in cui vige l'alternanza. Si
va al voto per giudicare chi ha governato. Chi non è soddisfatto può
cambiare il suo voto. Questa è l'idea che precede la realtà.
Alternare, appunto, come al mercato, nella convinzione che alternare un
prodotto con l'altro dia ricchezza al mercato, obbligando i partecipanti
a concorrere in modo sempre
più accorto. Dunque oggi, stando a questa logica dovremmo scegliere
Storace. Seguirebbero gli insulti e i saluti tolti: il Manifesto
scomunica da anni per molto meno. Ma naturalmente non abbiamo alcuna
voglia di seguire l'idealismo dalemiano fino ai sui esiti ultimi. La
nostra coscienza, del resto, potrebbe tranquillamente sporcarsi votando
per Badaloni, dato che dal suo insediamento, non facciamo altro che
denunciarne l'in(f)etta azione. Per chi come noi non vede esaurire la
propria partecipazione democratica nel solo momento elettorale, in
fondo, sarebbe semplice usare il voto senza caricarlo di troppi
significati. Più difficile è questa scelta per chi ha riposto in
quella matita in mano, nella penombra dell'urna, tutto intero il proprio
essere cittadino e cerca dei pensieri, delle ragioni che lo motivino a
scegliere, idealisticamente - appunto - a prescindere dalla propria
condizione materiale, dalle trasformazioni subite nella propria
esistenza. Questa
è l'ultima volta,
si dice ogni volta. Trionfa il comunquismo.
Andremo a votare, dunque. Ma in ordine sparso. Chiediamo resistenza e
nello stesso tempo la capacità di ripensare i nostri valori. Vorremmo
fare un passo avanti. Sappiamo di doverlo fare, anche per conto terzi, a
partire dal 17 aprile. RAGGUAGLI
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Agenzia fax a cura dell'ass. OLTRE L'OCCIDENTE
N.°8-V del 7-5-2000 Dalla
mobilitazione del 1° Maggio 2000: LOTTA CONTRO I REFERENDUM
Si
sentiva davvero il bisogno di riappropriarsi del 1° Maggio. I sindacati
della triade non fanno altro, da anni, che abbandonare o
stravolgere i tradizionali terreni di lotta. Questa progressiva ritirata
avviene sempre di più nella rappresentanza degli interessi dei
lavoratori, ed avviene anche sul piano simbolico, proprio mentre sul
mondo del lavoro rischia di abbattersi la scure dei referendum
antisociali. L'abolizione
dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori significa né più e né
meno che l'immediato licenziamento di chiunque tenti di affermare i
propri diritti di lavoratore nel proprio posto di lavoro. La
libertà di licenziare. Questo si intende quando si parla di flessibilità.
I referendum radicali, fatti propri ufficialmente dalla Confindustria,
infatti, non sono che il completamento - il colpo finale, appunto - di
un processo di smantellamento dei diritti conquistati con lotte di
decenni. Un processo che si è sviluppato attraverso una cogestione
delle sue fasi cui partecipano in modo ormai irrecuperabile CGIL, CISL e
UIL. La flessibilità del mercato del lavoro è quasi totale: contratti
a tempo, atipici, con forti limitazioni dei diritti, retribuzioni più
basse, lavoro interinale, minore tutela contributiva, si traducono solo
in una maggiore ricattabilità per tutti i giovani che entrano nel mondo
del lavoro. La flessibilità in uscita, la libertà di licenziare, per
liberarsi di tutti quei lavoratori che ancora beneficiano di alcuni dei
diritti conquistati con le lotte del passato, e sostituirli con
lavoratori privi di tutele, è la posta in gioco.
La
manifestazione del 1° MAGGIO, che ha unito insieme il sindacalismo di
base agli immigrati, i centri sociali e i gruppi pacifisti, dà una
risposta unitaria e delinea una possibile strategia di azione comune,
tanto più che essa assumeva anche un carattere internazionalista, dato
che, sulla scia di Seattle, in
moltissime altre città del mondo questa giornata è stata celebrata
attraverso momenti di lotta di un embrionale movimento sovranazionale.
Questo movimento ha dovuto scontrarsi con la propaganda di Stato e dovrà
farlo sempre di più, ma questo movimento, se saprà darsi una vitalità,
nasce certo consapevole della asprezza dello scontro. IN
TAL SENSO MARTEDì 9 MAGGIO ALLE H. 18.00 PRESSO I LOCALI DI VIA
DEL PLEBISCITO 32 A FROSINONE CI SARà UNA ASSEMBLEA DI ORGANIZZAZIONE
DELLA CAMPAGNA REFERENDARIA PROMOSSA DA OLTRE
L'OCCIDENTE, SIN COBAS, COMITATI DI LOTTA PER IL LAVORO, ASS. IN MARCIA
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