Alla
fine dell'anno 1994, secondo l'Ufficio dell'Alto Commissariato
per i Rifugiati delle Nazioni Unite, vi erano più di 23 milioni
di rifugiati in tutto il mondo. L'immane tragedia riguarda 7 milioni
di persone costrette a trovare rifugio fuori dal proprio paese
e 15 milioni di sfollati che pur rimanendo all'interno dei confini
nazionali hanno dovuto lasciare la zona di residenza.
I
conflitti e le gravi violazioni dei diritti umani sono tra le
complesse cause dei movimenti dei rifugiati.
La
Conferenza mondiale sui
diritti umani del 1993 ha riaffermato il diritto di cercare
e ottenere asilo di persecuzioni in altri paesi e riconosciuto
l'esigenza di un approccio globale al problema della tutela dei
rifugiati. Questo approccio dovrebbe includere un'azione efficace
volta ad affrontare le situazioni che inducono i rifugiati ad
abbandonare il proprio paese, così come a fornire loro una tutela
efficace.
L'articolo
14 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo afferma
che "ogni individuo
ha diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni".
Si può sostenere con ragione che si tratti di uno dei primi diritti
umani a essere stato riconosciuto, ma oggi sta diventando sempre
più vulnerabile.
Molti
governi sembrano più preoccupati di ridurre il numero dei richiedenti
asilo che raggiungono i loro confini che di porre fine alle tragedie
dei diritti umani che inducono questi a fuggire. Inoltre, spesso
sono proprio i paesi con le maggiori risorse, verso i quali, in
proporzione, si dirigono pochi dei richiedenti asilo, ad avere
adottato i comportamenti più restrittivi nei confronti dei rifugiati.
La
CE sta innalzando barriere contro i rifugiati, eppure la stragrande
maggioranza di loro si spostano dalle nazioni più povere del mondo
ad altre nazioni fra le più povere.
Il
nuovo ordine mondiale deve affrontare il problema dei rifugiati
e quelli delle migrazioni di massa, che è diverso da quello dei
rifugiati, pur essendo ad esso collegato. C'è una tendenza da
parte dei governi occidentali, ad accusare tutti i rifugiati di
essere dei migranti economici, considerandoli quindi come una
sottocategoria di persone assolutamente prive di privilegi. Posto
il fatto che il fenomeno della migrazione in generale deve essere
affrontato nella sua globalità, ciò è intollerabile per due motivi:
incoraggia i governi a negare i diritti umani a tali persone;
spinge a credere all'esistenza di una distinzione chiara e precisa
fra i rifugiati ed i semplici migranti economici.
Se
si vuole che l'espressione 'nuovo ordine mondiale' abbia un qualche
senso, deve significare che i rifugiati non siano più visti e
trattati come pedina di una scacchiera.
La
magnitudine di tale disastro umano esige dalla comunità internazionale
qualcosa di più di un mero intervento di emergenza umanitaria.
E' necessario operare per prevenire l'origine di tale fenomeno
e agire - laddove vi sono conflitti - esercitando le dovute pressioni
per condurre al tavolo del negoziato le parti in lotta. Solo il
ristabilimento della pace e la garanzia di possibilità di sviluppo
potranno consentire il ritorno degli esuli alla loro terra.
(Sunto
di brani tratti da: Nigrizia, Rapporto Amnesty International 1995,
Rifugiati)
Martedì
21 novembre ore 18
presso il centro Oltre l'Occidente, nell'ambito degli incontri
di studi sulla tematica dell'immigrazione Città
dei popoli, Coordinamento di Frosinone per una città interetnica
organizza un incontro-dibattito dal titolo "La
via dell'esilio comincia da un passo, quella del ritorno a casa
ne conta mille, duemila, Infiniti" (Josif Brodskij) che
riguarderà il problema dei rifugiati politici nel mondo.
Interverranno:
Noè, rifugiato politico
e Luca Ceffisi, del
Consiglio Italiano per i Rifugiati
Nel
corso dell'incontro Gjeorgji Lala, attore tetrale albanese, leggerà
alcune poesie in lingua e in italiano tratte da un libro di poesie
di Noè "Il Regno del proibito"